domenica 28 dicembre 2014

Emanuele Pinnisi


Emanuele Pinnisi
in età giovanile

Emanuele Pinnisi nasce a Barrafranca il 4 marzo 1909 da Salvatore e da Annunziata Piazza. Sin dalla più tenera età Emanuele mostra una versatile inclinazione per l’arte in generale e per la scultura in particolare.
Terzo di una folta schiera di fratelli e sorelle, ben 16 (quattro nati da Annunziata Piazza e 12 da Crocifissa Faraci, seconda moglie del padre), Emanuele, dopo aver compiuto i primi studi nella sua Barrafranca, abbandona giovanissimo il proprio paese per cercare fortuna in terra straniera. Spirito libero ed di indole estroversa, Pinnisi cerca spazi per dare sfogo alla sua inclinazione, ma Barrafranca, evidentemente, era troppo piccola per permettergli di realizzare i suoi sogni. Ed allora cerca spazio altrove. Nel 1924, infatti, nonostante il padre cercasse di convincerlo a rimanere, si imbarca sul piroscafo che da Palermo lo porta a Buenos Aires, dove già si trova suo zio Filippo, fratello della seconda moglie del padre. Aveva appena 15 anni.
Nonostante le difficoltà incontrate subito dopo il suo arrivo, e in gran parte appianate dallo zio che lo ospita per alcuni anni, Emanuele Pinnisi trova lavoro e, nel 1939, ottiene la cittadinanza argentina.
Proseguendo quella che era la sua vocazione, si iscrive alla Scuola Superiore di Belle Arti Ernesto de la Carcova e studia disegno e scultura coi maestri Lino Eneas Spilimbergo e Josè Fioravanti. Alla fine del corso, nel 1953, si laurea a pieni voti in scultura e, subito, va ad insegnare nella scuola Manuel Belgrano prima e nella scuola Raggio di Buenos Aires poi.
Nonostante l’insegnamento gli avesse fatto raggiungere una posizione professionale e sociale notevole, le innate doti artistiche spinsero Emanuele Pinnisi a dedicarsi interamente alla scultura.
Nel corso degli anni Pinnisi matura alcune scelte tematiche e rivela i caratteri più intimi della sua scultura, conquistando un più solido senso del volume e della composizione.
A poco a poco l’Artista comincia a farsi strada, ad emergere e a primeggiare. È in questo periodo che conosce e sposa una giovane insegnante umbra-argentina, Maria Pierini.
Trasferitosi, agli inizi del 1969, a Mar del Plata, in una splendida villa con giardino, vi arriva già con l’aureola di prestigioso scultore. Di lui si occupano anche i più importanti quotidiani, tra cui El Trabajo che così lo presenta ai suoi lettori: Ese destacado escultor que es Manuel Pinnisi, se ha venido a radicar en Mar del Plata, para sumarse a la ya valiosa pleyade de artistas de nuestra ciudad. Su “corriculum” bastante extenso, nos exime de una presentación convencional. Porque Pinni-si es nombre nacional, y es una distinción más hacia “La Feliz” ésta que hace de venir a quedarse entre nosotros1.
Alejandro Castagnino, capo del Dipartimento delle Arti Plastiche del Ministero della Cultura Nazionale, così accoglie Pinnisi: Ademas de ser un autor de relevantes meritos, es un buen amigo2.


Madre coya
(cemento - 1952)



Neptuno 

Emanuele Pinnisi, pur partecipando ai movimenti d’avanguardia del Novecento, sovverte, con la sua opera, la visione prospettico-spaziale di origine rinascimentale abolendo la prospettiva tradizionale per un moltiplicarsi di punti di vista che esprimano il suo dinamico interagire con lo spazio circostante.
Il risultato è una scultura carica di emotività espressionisticamente deformata, scultura che però non rinuncia mai totalmente ai valori plastici, tutt’al più riproposti in chiave ironica e demistificata.
Parecchie le opere dedicate alla donna, un modo per esprimere il segno di devozione verso le madri, le mogli, le fidanzate di tutto il mondo o, in senso più profondo, alla biblica madre comune, intesa come progenitrice dell’umanità. Non a caso una delle sue opere più belle, Omaggio alla donna appunto, decora una delle più belle piazze di Mar del Plata.



 La Madre
(Museo Mar del Plata)

Poveri, ma essenziali, i materiali a cui Pinnisi affida le sue opere: pietra, legno, gesso, cemento. Ricchi e prestigiosi, invece, i premi che riceve, partecipando a numerose esposizioni.
Dal 21 settembre al 21 ottobre 1935, partecipa, a Buenos Aires, al: XXV Salón Nacional de Artes Plásticas, indetto dalla Direzione Nazionale di Belle Arti.
Nel 1940 riceve il premio di merito al Salone Nazionale di Buenos Aires, per l’opera Neptuno, a cui segue, nel 1947, quello del Salone Provinciale di Santa Fe.
Nel 1949 la giuria gli assegna il terzo premio al Salone di Bahia Blanca, mentre nel 1950 ottiene un altro premio di merito a Mar del Plata e a Tandil.



Donna che fugge
(Museo Mar del Plata)

Nel 1951 partecipa al 41° Salon Nacional de Artes Plàsticas e viene segnalato dalla Commissione Nazionale di Cultura. Lo stesso anno ottine il premio adquisicion[3] del Ministero de Hacien-da per la scultura Neptuno e viene nominato componente della Commissione Nazionale di Cultura.
Nel 1952 vince il primo premio al Salone di Mar del Plata con La madre, opera che si trova al Museo Municipale di Belle Arti della stessa città.
Altri premi adquisicion li ottiene dal Salone Municipale di Buenos Aires (1954) e dalla Commissione Nazionale della Cultura (1957).
Nel 1958 ottiene il secondo premio al Salone Nazionale di Bueenos Aires e il premio estimulo[4] al Salone di Tucuman.
Nel 1960, il Consejo Nacional de Educacion gli conferisce il primo premio per la sezione scultura; altri premi gli vengono assegnati al Salone di Mar del Plata nel 1970 e 1977.


 La Vittoria
(Museo Mar del Plata)

Le opere di Pinnisi figurano nei principali Musei argentini, come quello di Tucuman, Santiago del Estero, Rosario, Mercedes, San Luis, Mar del Plata, Museo “Eduardo Sivori” di Buenos Aires, Museo de la Plata, Bahia Blanca, ecc.
Artista di sicuro tratto, Pinnisi infonde nelle forme realizzate una singolare forza plastica. Le sue “teste”, i suoi “torsi” e le sue “figure”, di pietra, di legno o di gesso, rivelano il sereno ritmo interno dell’artista attraverso una grande espressività poetica.


E. Pinnisi in un momento di relax nel suo laboratorio

    Emanuele Pinnisi muore a Mar del Plata il 22 settembre 1981, col rammarico di non aver potuto rivedere la bella Italia e la sua Barrafranca, ma conscio di aver portato un pizzico di sicilianità in una terra lontana. Il suo corpo riposa nel cimitero monumentale di La Loma a Mar del Plata.
Il 24 settembre, così dava la notizia il quotidiano La Capital di Mar del Plata: En el cementerio de La Loma fueron inhumados ayer los despojos mortales del escultor Manuel Pinnisi, fallecido el martes pasado en esta ciudad, que habìa escogido como residencia...5



1     Quel distinto scultore che è Manuele Pinnisi, è venuto a risiedere a Mar del Plata, per aggiungersi alla già valida pleiade di artisti della nostra città. Il suo “curriculum” abbastanza vasto, non ci esime da una presentazione conveniente. Perché Pinnisi è uomo nazionale, ed è un’ulteriore distinzione che lo rende “felice” di venire a stare con noi.
2     Oltre ad essere un autore di grandi meriti, è un buon amico.
[3]     acquisizione.
[4]     di merito, di stima.
5     Nel cimitero di La Loma furono inumate ieri le spoglie mortali dello scultore Manuel Pinnisi, deceduto martedì scorso in questa città, che aveva scelto come residenza...

1 commento:

  1. Compiacciuto per l'ottimo articolo, devo segnalare che la fotografia de 1976 che ritrata a Manuel Pinnisi nel suo Studio di Mar del Plata é di mia autoria.
    Osvaldo Fulgenzi Valencia, 17/02/2020

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